Percorso: 18,5 km
Tempo: 7 h
Altitudine massima: 1.060 m
Altitudine minima: 420 m
Salita totale: 2.010 m
Discesa totale: 2.160 m
Lasciato il centro storico di San Mauro si segue il sentiero che conduce alla pineta di colle Calandra per circa 3 chilometri, fino ad arrivare sulla SP 52 bis all’abbeveratoio di contrada Comuni. Si prosegue a destra per scendere verso contrada Malia, seguendo una strada prima sterrata e successivamente asfaltata, fino a incontrare dopo circa 3 km la SP 60, nei pressi dell’omonima contrada. Il piccolo borgo può essere visitato facendo una breve deviazione di circa 300 metri per ammirare un antico abbeveratoio, un frassino da manna secolare, di oltre 400 anni, e i resti di un mulino ad acqua. In direzione mare, invece, a un chilometro si incontra un altro piccolo borgo legato alla cultura contadina, quello di Botindari. In questa zona si possono incontrare anche numerosi ulivi secolari e seguendo la statale fino al ponte di Malia, sulla sinistra, è possibile vedere l’ulivo più longevo censito sulle Madonie con i suoi 1.800 anni di età. Il percorso continua sulla SP 60 per 1,7 km, fino al bivio Calabrò. Da qui prosegue a sinistra per 2 km su una strada sterrata fino ad arrivare al fiume, per poi risalire verso Gangi. Il percorso segue la trazzera che attraversa le contrade Montededero, Rainò, Celso e Pascovaglio, prima di giungere nel centro abitato di Gangi.
Percorso: 25 Km
Tempo: 7 h 30 m
Altitudine massima: 1.520 m
Altitudine minima: 1.070 m
Salita totale: 740 m
Discesa totale: 580 m
Si parte da Capizzi per giungere presso l’excaserma delle guardie campestri di Sambuchello dell’Azienda Speciale Silvo Pastorale di Troina. Questo è l’unico giorno in cui si pernotta in mezzo al bosco in tenda o sfruttando i servizi dell’ex-caserma che, a conclusione dei lavori di restauro, sarà una struttura ricettiva con 24 posti letto. Lasciato il comune del messinese, si prosegue per 8 km lungo la SP 168 per Caronia fino al km 32, dove a destra si interseca la dorsale dei Nebrodi che si percorre per 15 km, fino a Portella Scarno nel territorio di Cesarò. Il tracciato supera i 1.500 metri di altitudine e ci si trova immersi in un bosco fitto tra roverelle, querce, aceri, faggi, ed altre varietà del sottobosco. Lungo il percorso, dopo 13 km, si incontra l’area attrezzata Nocita, con un punto acqua, e a seguire l’excaserma delle guardie campestri Mafauda, oggi utilizzata come rifugio. Da Portella Scarno all’excaserma Sambuchello, che segna la fine della tappa, mancano meno di due chilometri da percorrere, lungo un tratto in discesa.
Percorso: 22 Km
Tempo: 6 h 30 m
Altitudine massima: 1.510 m
Altitudine minima: 1.160 m
Salita totale: 570 m
Discesa totale: 670 m
Lasciata la caserma di contrada Sambuchello, percorsi circa 4 km e attraversata la zona delle sorgenti (Fontana Bianca, Malpertusa, Canalotto e Fau) del vecchio acquedotto di Troina, si svolta a destra in contrada Ambolà e si inizia a salire verso l’omonimo monte, fino a superare i 1.500 metri. Scollinando, si prosegue per contrada Solazzo per 4 km, fino a raggiungere Piano delle case, luogo dove è avvenuto lo scontro tra la banda di Candino e la famiglia dei Leanza. Si continua per 4 km in discesa, fino alla strada statale che collega Cesarò con San Fratello al km 42, a Piano della Cicogna, dove si trova un’area attrezzata. Per raggiungere Cesarò mancano ancora 8 chilometri, di cui parte da percorrere sulla provinciale e altri seguendo una stradina sterrata parallela. Esistono altre due possibilità per raggiungere il centro nebroideo: seguendo la statale oppure la variante cha passa per San Teodoro. I due comuni sono pressoché attaccati essendo distanti soltanto un chilometro. Il percorso si conclude al cimitero dove un epitaffio ricorda la distruzione della banda maurina a opera dei Leanza.
Titolo: Il cammino dei briganti in Sicilia
Editore: Bonfirraro Editore
Autori: Giovanni Nicolosi, Vincenzo Asero
Pagine: 160
Anno: 2024
"Il lavoro di Vincenzo Asero e Giovanni Nicolosi restituisce una lettura originale del banditismo maurino attraverso la riscoperta dei luoghi che ne furono culla e contesto. Non sembra un caso, del resto, se la memoria dei briganti che popolarono la Sicilia occidentale, e nello specifico la zona delle Madonie, sia ancora oggi connotata dalla sua identità spaziale a partire proprio dal nome, che ricalca quello del comune di San Mauro Castelverde, in provincia di Palermo, dal quale le bande presero avvio.
Quello che i due autori propongono in queste pagine è un itinerario storico-naturalistico che segue gli spostamenti dei masnadieri, si sofferma sui loro nascondigli, esplora le sedi di stragi ed eccidi, le zone di razzia, le vie di fuga e gli anfratti del riposo; un viaggio che racconta eventi e protagonisti mentre si snoda attraverso boschi e montagne, lambisce diversi paesi e trascende le ripartizioni amministrative dell’isola: dallo stesso San Mauro approda a Gangi, da qui a Sperlinga, Nicosia e Troina, nell’ennese; poi ancora verso i territori messinesi di Capizzi e Cesarò."